La tanto nominata fase 2 è iniziata, ma, oltre a chi gioisce e pianifica già i propri spostamenti, c’è chi si fa prendere da dubbi e pensieri.
Non per tutti è semplice.
Quel misto di desiderio e timore, quella sicurezza tra le mura della nostra casa, quella routine che ci sembrava impossibile, ma che si è riusciti ad apprezzare. E di cui ora si ha nostalgia.
Per molti questa fase di iniziale riapertura porta con sé un necessario e faticoso riadattamento a velocità, movimenti, azioni che non si facevano da due mesi.
Ma anche a comportamenti nuovi.
A emozioni combinate in modo nuovo.
*Riuscirò a non toccarmi la faccia?
*E se incontro qualcuno che conosco?
*Riuscirò a rispettare le distanze?
*Cosa farò se qualcuno mi si avvicina?
*Non sono sicuro di riuscire a mettere la mascherina.
*Ho paura di non riuscire a rimettermi nel mondo.
*Ci metto troppo tempo perché controllo tutto.
Cosa fare in questi casi?
Non giudicarsi per questi timori.
Rappresentarsi come fragili, deboli e lenti non aiuta. È una fase talmente nuova nella vita di tutti che non ha senso perdere tempo dicendosi come ci dovremmo sentire. Piuttosto, ascoltiamoci e cerchiamo di capire da quale parte possiamo ricominciare.
Osservare gli altri come modello
Possiamo guardare agli altri e utilizzarli come un modello da seguire. Potremmo confrontarci con il nostro partner, con gli amici, con i figli e prendere spunto dalle loro scelte e dai loro comportamenti. Da sempre, l’apprendimento per imitazione è alla base delle nostre conoscenze: sfruttiamolo in questo momento!
Attendere il nostro tempo.
Ognuno di noi ha tempo differenti, ha “orologi interiori” che si rovinerebbero se dovessero andare più veloci e più lenti.
Scopriamo il nostro tempo, ricerchiamolo.
Pensiamo che, come c’è voluto tempo prima, ci vorrà del tempo anche adesso per riadattarsi e per imparare a vivere con queste nuove “regole sociali”.
Non è migliore chi fa tutto subito.
Facciamo un passo alla volta, con i propri tempi, ritrovando e reinventando il proprio ritmo.